I disturbi psicosomatici possono essere considerati come la risposta fisica a un disturbo psicologico.
Il nostro corpo parla, ce ne rendiamo conto quando qualcuno legge nel nostro viso il nostro stato d’animo anche quando cerchiamo di nasconderlo. Può succedere che il nostro corpo esprima qualcosa che teniamo nascosto anche a noi stessi. Il corpo comincia ad esprimere ciò che la coscienza rifiuta e l’espressione sono i sintomi psicosomatici, le somatizzazioni. Non si tratta di finzioni ma di vere e proprie sofferenze nel corpo. I disturbi psicosomatici indicano una vulnerabilità emotiva che trova appoggio in una vulnerabilità del corpo. Si tratta di un senso nascosto, come il sintomo, ma che prende a livello del corpo.
I disturbi psicosomatici vengono a crearsi a partire da un’interazione di problematiche fisiologiche, psicologiche, psicosociali e ambientali. Problemi legati ad eventi di vita, allo stress che, inevitabilmente, viene a crearsi a casa o sul posto di lavoro. Le relazioni che non sono di qualità e anzi peggiorano il proprio stato d’animo, possono acuire uno stato di affaticamento già presente. Il ruolo che le emozioni giocano in tutto ciò è fondamentale, perché esse possono creare o aggravare dei danni già presenti a livello organico.
Nei disturbi psicosomatici si fa fatica a capire se ci si trova di fronte ad un mero problema fisico o a qualcosa di più complesso. Si tratta di malessere, al quale non si riesce a dare un nome. Tutto questo crea inevitabilmente ancora più ansia e stress.
I disturbi psicosomatici possono essere affrontati contemporaneamente dal punto di vista medico, attraverso l’ausilio dei farmaci, e dal punto di vista psicologico. Se il farmaco va ad intaccare la superfice del sintomo e a rompere alcuni meccanismi deleteri, lo psicoterapeuta va ad indagare le motivazioni più profonde del disturbo psicosomatico.